martedì 3 dicembre 2013

Tifosi Lazio. In Polonia ignorati diritti comunitari. Il capo d'accusa è schiamazzo



Signora Ministra, colleghe e colleghi,
ci chiediamo come sia possibile che in un Paese civile come la Polonia che fa parte dell’Unione europea siano stati ignorati i diritti di cittadini comunitari.Se infatti nulla si può dire sugli arresti dopo il lancio di sassi da parte di alcuni laziali nel confronti dei poliziotti polacchi, è del tutto arbitraria la decisione della polizia locale di "fermare preventivamente i tifosi per evitare disordini".
Complessivamente sono stati fermati oltre 200 supporter biancocelesti, di cui circa 50 sono stati rilasciati subito dopo l'identificazione.
Altri sono stati liberati dopo due giorni e 20 di essi si trovano tutt’ora detenuti nella prigione di Varsavia.
Uno dei ragazzi coinvolti nel fermo, avvenuto nel pomeriggio di giovedì, e rimpatriato domenica mattina, ha raccontato che nella retata sono finiti non solo i tifosi della Lazio, ma anche turisti, anziani e donne, come nel caso di due ragazze toscane portate in questura solo perché italiane.
In un primo momento è stato detto loro che li avrebbero accompagnati allo stadio, ma invece sono stati condotti in commissariato, dove sono stati sottoposti all’alcool test e al droga test.
In seguito hanno fatto firmare loro dei fogli in lingua polacca e li hanno portati in carcere. Il ragazzo ha raccontato di non avere idea di dove fosse il carcere, che gli è stato impedito di avvisare la famiglia, di chiamare un legale o di contattare l’ambasciata. I ragazzi arrestati, tra cui molti minorenni, sono stati privati degli oggetti personali e trasferiti in cella, privi di acqua e di cibo per 26 ore.
La possibilità di andare al bagno era lasciata alla discrezionalità delle guardie carcerarie che a volte ignoravano totalmente le richieste, altre volte le esaudivano dopo una mezz’ora. Il venerdì mattina sono stati interrogati alla presenza di un interprete.
I ragazzi sono stati processati per direttissima sabato mattina, ma prima sono rimasti altre tre ore in cella con le mani ammanettate dietro la schiena.
Nel verbale di colpevolezza, di cui ho una copia, il capo d’accusa è schiamazzo e intralcio alla circolazione pedonale.
Il rimpatrio è avvenuto a spese delle famiglie che hanno avuto notizie solo dopo l’avvenuta liberazione e si sono dovute sobbarcare le spese di un nuovo biglietto aereo. Non vorremmo che l’atteggiamento della polizia polacca fosse una sorta di rivalsa nei confronti delle nostre forze dell’ordine che lo scorso 19 settembre, a Roma, arrestarono 17 ultras del Legia Varsavia in seguito ai diversi scontri verificatisi prima del match dello stadio Olimpico.
Chiediamo pertanto che la Farnesina pretenda si faccia chiarezza su quanto avvenuto e faccia il possibile affinché vengano immediatamente scarcerati i ragazzi ancora detenuti. Certamente condanniamo con forza tutti gli atti di teppismo, sempre, ma con altrettanta fermezza chiediamo il rispetto della rule of law.
La polizia polacca ha dichiarato di essersi comportata in modo conforme alle procedure legali in vigore.Delle due l’una: o la polizia polacca ha raccontato balle o in Polonia vigono regole diverse da quelli dei Paesi dell’Unione europea.
Per questa ragione chiediamo che vengano coinvolte le istituzioni europee per fare chiarezza in questa vicenda.

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