lunedì 10 febbraio 2014

LEGGE ELETTORALE, NO AL VOTO SEGRETO SULLA PARITÀ DI GENERE



Il voto segreto sugli emendamenti alla legge elettorale riguardanti la parità di genere sarebbe una beffa per le donne. Come già avvenuto nel 2006, infatti, la maggioranza dei deputati uomini, con qualche eccezione, difficilmente voterà a favore di una modifica che farebbe loro perdere dei seggi: purtroppo il maschilismo e l'opportunismo sono trasversali e bipartisan. E’ giusto però che gli elettori e le elettrici sappiano a chi attribuire un’eventuale bocciatura, per questo, se la votazione dovesse effettuarsi a scrutinio segreto, l'opinione pubblica dovrebbe essere messa a conoscenza dei parlamentari che hanno impedito il voto palese.
Secondo i regolamenti parlamentari il voto segreto è ammesso per tutelare la libertà di coscienza del parlamentare. E' vero che la legge elettorale rientra nelle eccezioni che ne permettono la richiesta, ma in questo caso non si tratta di votare il modello o il contenuto, bensì di permettere l’attuazione dei principi di uguaglianza dell'articolo 3 e dell'articolo 51 della Costituzione sulla rappresentanza femminile nelle istituzioni. 

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