Signora Ministra,
su questa vicenda c’è stata molta demagogia, troppa e qualche errore e ritardo iniziaili. E troppi appelli retorici alla Patria e all’Italia. Siamo tutti patrioti: facile dirlo ma che vuol dire essere patrioti in questa vicenda complessa e sempre più intricata? Noi socialisti riteniamo che significhi sostenere tutti insieme, uniti, gli sforzi della ministra Bonino, impegnata per riportar in Italia i due fucilieri, con onore e dignità.
Un paese unito dà forza alla sua azione, Ministra Bonino; dividersi polemicamente significa dare forza all’India, alla classe dirigente indiana che sta usando questa vicenda per logiche elettorali interne. Inaccettabile quello che sta facendo l’India, non condivisibile il comportamento del Segretario generale delle Nazioni Unite che, dietro una pretesa terzietà, può celare forse una logica geopolitica. Ma ovviamente spero di sbagliarmi.
Il lavoro della ministra Bonino per costruire una “solida solidarietà” internazionale non è stato facile, né scontato (tutti sappiamo che l’India è un Paese dalle molte relazioni) ma ha dato frutti: la Nato, l’Unione Europea sono al nostro fianco e le parole dell’Alta Rappresentante UE Ashton sulle conseguenze enormi dell’azione indiana riassumono la fermezza della posizione UE. Sappiamo anche, purtroppo, che non sempre le ragioni del diritto, del diritto internazionale e dei diritti umani prevalgono su logiche di convenienza, in qualsiasi campo la convenienza si manifesti.
Noi ci fidiamo di lei ministra e apprezziamo il suo impegno.
Dignità e richiesta del rispetto del diritto sono i due principi che hanno guidato la sua paziente azione. Confermando entrambi, la invitiamo, ministra Bonino, come abbiamo già detto in Senato, ad andare avanti, anche prevedendo decisioni “taglienti” come la sospensione, non usiamo la parola “ritiro”, della nostra partecipazione alle missioni antipirateria; come strumento di affermazione sia delle nostra dignità sul piano internazionale, sia del rispetto del diritto.
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