Sono presenti delegazioni
di 51 Paesi, di cui sei membri della Unione europea (Danimarca,
Germania, Italia, Romania, Slovakia, Spagna). Il Belgio è presente
con un’ esponente della Direzione generale per lo Sviluppo e la
Cooperazione di Europe Aid, la Gran Bretagna con una giornalista del
“Guardian”, che ha moderato un panel,
la Norvegia con la Prima Ministra Erna Solberg.
2 luglio
Giornata dedicata a visite
sul campo (field visits).
Su suggerimento dell’ambasciatore Dejak, scelgo il gruppo 1, visita
alla città, che prevede la visita a:
- Rwanda
National Police
- Rwanda
Development Board
- Kigali Genocide Memorial
Centre.
- Nella visita al Rwanda
National Police, che serve una popolazione di
60.000 persone, siamo accolte e guidate da un poliziotto che spiega
l’attività del Centro, il suo funzionamento, gli ambiti di
attività. Il Centro comprende gli uffici di polizia con sportello
unico (one-stop centre),
il gender desk (centro
antiviolenza), lo women’s pavilion
(con reparto di ostetricia-ginecologia). Il Centro è ben
organizzato, il poliziotto dimostra competenza e sensibilità ai temi
di genere, il personale è orgoglioso del proprio lavoro.
Il gender
desk è stato istituito nel maggio 2005, si
occupa di accoglienza di donne vittime di violenza e di educazione al
genere (corsi per ragazzi e ragazze nelle scuole). Il messaggio sulla
tema violenza: zero tolerance
e raising awareness.
Buona presenza numerica di donne nella Polizia.
- Il Rwanda
Development Board (RDB) è l’agenzia del
governo incaricata di promuovere lo sviluppo economico con procedure
rapide (fast tracking economic development).
Non è un ministero ma un’agenzia che opera con logica e procedure
di tipo privatistico. Sotto lo stesso tetto sono riuniti tutti gli
uffici e le competenze necessarie per avviare una nuova società
(one-stop centre for starting business).
Una
nuova società, anche straniera, è costituita e registrata in un
giorno. In sei ore viene predisposto il certificato di esistenza
della società e si può iniziare ad operare. Nella classifica di
Doing Business il
Rwanda è al 35° posto, l’Italia al 65°.
La registrazione è
gratuita per le imprese locali e della regione, costa 120 dollari per
le straniere.
Anche qui si parla di “one-stop
centre”, come per il centro antiviolenza.
Nello stesso edificio, nel centro di Kigali, oltre agli uffici del
Board ci sono l’ufficio visti per persone e società, un notaio, la
banca, il rappresentante delle dogane, l’ufficio per le tasse,
connessione internet G4, possibilità di effettuare pagamenti via
cellulare... Hanno una investment law
che promuove e facilita gli investimenti.
Cinque Paesi (Rwanda,
Burundi, Tanzania, Uganda e Kenya) si sono uniti nella East Africa
Community per istituire un mercato unico. Tre di questi (Rwanda,
Kenya, Uganda) hanno assunto una direzione di marcia più veloce con
un patto tripartito per dare accelerazione al mercato unico (northern
corridor), anche in vista dell’avvio del processo per una moneta
unica.
Il mercato di riferimento
non sono gli 11 milioni di ruandesi ma i 140 milioni della Est Africa
Community che stanno mettendo insieme “people,
goods, capitals”.
Fondamentale il ruolo
di ICT e della telefonia mobile per l’Africa.
Queste
informazioni ci vengono trasmesse nell’incontro con Clare
Akamanzi, chief
operating officer del RDB che ci illustra il
piano “Rwanda 2020”.
OBIETTIVO del piano “Rwanda 2020”:
diventare una midlle-income country,
quindi massimo ed efficiente sostegno a imprese che vogliono
investire e creare jobs.
Nello RDB sono riuniti
tutti i dieci uffici attraverso i quali si passa per fare business,
risparmiando il 40% delle spese di gestione degli stessi (efficient
to have everyhting in one organisation).
Hanno
riformato il sistema nel 2008: dal 1996 al 2008 erano state
registrate 15.000 imprese; dopo la riforma e quindi in metà del
tempo il numero è raddoppiato (30.000), passando nella classifica
del Doing Business dal
158° al 35° posto.
Negli ultimi anni gli investimenti sono
cresciuti del 25%.
Grande sforzo per fare del Rwanda un Paese
competitivo. Da sei mesi è stata creata una posizione ministeriale
per il direttore del Centro, a conferma dell’importanza per il
governo del tema investimenti.
Grande impegno per ridurre i costi
energetici (25 cents per kilowattora contro ad esempio 4 cents in
Somalia).
Grande sforzo per sostenere la crescita delle skills:
meno di 10.000 laureati dal 1963 al 1994, ora oltre 100.000.
Molte donne nei ruoli
dirigenziali nel mondo degli affari, anche se non numerose come nelle
istituzioni: 64% nel parlamento, 48% nel governo.
- Il Kigali
Genocide Memorial Centre è luogo di
commemorazione del genocidio del 1994, i 100 giorni dei mesi di
aprile, maggio e giugno e inizio luglio in cui furono massacrate più
di un milione di Tutsi. Il Centro sorge nel luogo di sepoltura di
250.000 vittime in tombe comuni. Un museo racconta la storia del
Rwanda, della diaspora Tutsi, del genocidio. Il Centro è un
monumento alla memoria perenne delle vittime e luogo di ricordo e
riconciliazione per chi è sopravvissuto.
- Incontro con la
Presidente della Camera, Domitilla Mukabalisa.
Su richiesta
dell’ambasciatore Dejak, la Presidente ci ha ricevuto nel suo
ufficio presso il Parlamento (l’edificio porta i segni degli
scontri del 1994).
Nel colloquio ho portato i
saluti della presidente Laura Boldrini, ho riferito sulla
composizione del Parlamento e del Governo italiani e dell’attività
legislativa della Camera, l’impegno sul tema del contrasto alla
violenza, le nostre priorità dell’Agenda post 2015. Scambio di
vedute oltre che di cortesie. La loro attenzione è concentrata sullo
sviluppo del Paese. Alla mia richiesta di indicazione delle loro
priorità, la risposta della Vice-presidente della Camera, Jeanne
d’Arc Uwimanimpaye, che ha assistito al colloquio, è stata:
l’elettricità in tutto il Paese.
- Reception
presso la residenza del Capo della Delegazione dell’Unione Europea
in Rwanda, l’irlandese Michael Ryan,
con la partecipazione degli/le ambasciatori/e e delle sei
delegazioni partecipanti al Summer Summit 2014 di WIP.
3 luglio
-
Riunione plenaria nel Parlamento ruandese con la partecipazione delle
51 delegazioni di parlamentari.
Panel 1
Joint session con
il MDG Advocacy Group: panel
composto dalla fondatrice di Wip, Silvana Koch-Mehrinex, parlamentare
europea tedesca, la Presidente della Camera ruandese Domitilla
Mukabalisa
che fa gli onori di casa, la Prima
Ministra norvegese, che interviene brevemente su ruolo e importanza
della educazione, ed il presidente Paul Kagame
che chiede che ci si rivolga a lui con "fratello" e non
"presidente": "Se tra voi vi chiamate 'sorelle', mi
spetta di essere chiamato fratello", ha esordito con tono quasi
scherzoso, molto lontano dal suo stile sempre severo e austero.
E
ha proseguito: "Il numero delle parlamentari è uno dei tre
indicatori per misurare la gender equality
di un Paese. Siamo i primi nel mondo per presenza di donne in
Parlamento ma non abbiamo mai considerato ciò come fine a sé ma
come mezzo per superare barriere, per valorizzare i talenti femminili
al massimo... Andando oltre il tema 'Parlamento', il Paese è ormai
abituato a vedere donne in leading
positions...”.
Parla brevemente
dell'importanza dell'Agenda post 2015 (è co-Chair
del MDG Advocacy Group con la Prima Ministra norvegese). Dedica
qualche minuto in più (dei dieci complessivi del suo discorso) al
suo Paese e alla sua politica per sostenere gli investimenti:
investments in public goods are crucial tools,
dice. Si sta facendo abbastanza per favorire gli investimenti (vedi
l'attività del Rwandan Development Board), che sono strumentali per
aumentare la produttività nei vari settori (ad esempio in
agricoltura, dove lavora l'80% della popolazione! ma contribuendo al
Pil solo per il 36%). La produttività è essenziale per favorire la
crescita... Targets are more likely to be
achieved.... se si prevedono strutture
decentrate, se si dà ruolo ai governi locali... Lavorare per la
prosperità... to include more people as ever
before.
Viene proiettato un video
messaggio di Muhammad Yunus, a sua volta
membro del MDG Advocacy Group.
Seguono i due panels
previsti dal programma, ciascuno dei quali seguito da domande e
commenti.
Panel 2
“Post 2015 Development
Agenda: the Impact of Female Parliamentarians”.
Panel 3
“The impact of
Constitutions and Legislation to establish gender equality and enable
women empowerment”.
Sono intervenuta nel panel
2, la sintesi del mio intervento (previsti
tre minuti) è allegata.
Da segnalare gli
interventi di Begogna Lasagabaster,
Chief di Leadership
and Governance, UN Women, e di Tito
Rutaremara, senatore, ex national
ombusman, chair del Legal and Costitutional
Reform Committee.
- Incontro con Amelia
Anna Kyambadde, ministra di Commercio,
Industria e Cooperative: nell’intervallo dei lavori breve scambio
sul tema dell’Expo e di possibile collaborazione con
l'imprenditoria italiana.
Altri ncontri
organizzati dall’ambasciatore Stefano A. Dejak:
- All’hotel “Mille
Collines” incontro con Hannington Namara,
chief executive officer
di “Private Sector Federation”, National
Commissioner per Expo 2015. Il Rwanda
partecipa all’Expo e fa parte del cluster
“caffè”. Hannington Namara si è già incontrato con esponenti
di Promos a Milano (per iniziativa dell’ambasciatore Dejak);
concordiamo di collaborare per ipromuovere ncontri forieri di
possibili collaborazioni per iniziative economiche in occasione di
Expo a Milano e di tentare di organizzare un incontro con i ruandesi
presenti nel nostro Paese, possibile “candidatura” di Bergamo,
per vicinanza a Milano, o nella città italiana dove maggiore è la
loro presenza.
- Incontro con la comunità
italiana in Rwanda presso il ristorante italiano “Sole e Luna” di
Kigali.
Hanno partecipato quasi 40
italiani ed italiane, per la maggioranza giovani: cooperanti,
esponenti del servizio civile, imprenditori, intellettuali (una
docente universitaria, un consulente dell’amministrazione comunale
di Kigali, architetti…). Da segnalare la presenza di Veronica
Vecellio, Gorilla
Program Manager di “The Dian Fossey Gorilla
Fund International”, e dell’ex console onorario Pierantonio
Costa, imprenditore, diventato famoso per
aver salvato centinaia di ruandesi dal genocidio e per questo
insignito di numerosissime onorificenze.
Vengono sollevati problemi
relativi ai visti (non rilasciati dalle autorità ruandesi a
cooperanti impegnati in progetti approvati); all'assistenza sanitaria
limitata in Italia per gli/le italiani/e iscritti all’AIRE (meglio
non essere iscritti?); al tema dell’apertura dell’ambasciata
italiana in Rwanda (quando?) che potrebbe aiutare a risolvere anche
il problema dei visti (per ora se ne occupa l’ambasciata belga).
Viene richiesto il
sostegno al progetto internazionale City Alliance (partecipano due
nostri architetti) e sollecitato il nostro interessamento per
prevedere la reciprocità tra Italia e Rwanda dei titoli di
proprietà sugli immobili (tema posto al contenzioso del MAE) per
consentire agli italiani in Rwanda di conseguire titoli di proprietà
di beni immobili.
Il 4 maggio 2012, per
impulso dell’ambasciatore Dejak, è stata costituita l’associazione
degli imprenditori italiani in Uganda. Nell’ottobre 2013 nella
residenza ugandese a Kampala è stata fondata la Camera di Commercio
italiana in Africa orientale, prima Camera plurinazionale che
prospetta un mercato di 140 milioni di consumatori. Questo dovrebbe
suscitare l’interesse delle imprese e delle istituzioni in Italia
grazie all'esistenza di una massa critica dalle dimensioni
sufficienti per favorire progetti e investimenti finanziari.
Si
pone il tema dell'internazionalizzazione delle imprese italiane,
anche PMI.
4 luglio
- La commemorazione del
genocidio dei Tutsi si svolge nello Amahoro Stadium, dove, durante i
mesi del genocidio, erano di stanza i Caschi blu dell’ UNAMIR, la
peacekeeping force delle Nazioni Unite per il Rwanda, sotto il
comando del canadese Romeo Dellaire.
Parata militare, danze
tradizionali, canti, discorso di saluto della Ministra degli Esteri
ruandese Louise Mushikiwabo,
co-autrice con Jack Kramer del libro Rwanda
Means the Universe: A Native's Memoir of Blood and Bloodlines.
Discorso del Presidente
del Kenya, Uhuru Kenyatta.
Discorso del Presidente
Paul Kagame, di cui
allego la sintesi.
- Al Municipio di Kigali
incontriamo il sindaco Ndayisaba Fidèle.
Sollecita la collaborazione con le aziende italiane. E’
particolarmente interessato a progetti per gestione/trattamento
rifiuti con produzione di energia e alla riattivazione del
gemellaggio con la città di Roma, avviato con l’amministrazione
Veltroni nel 2003 e poi rimasto “dormiente”. Su questi temi si è
impegnata l’on. Maria Stella Bianchi, che ha partecipato ai lavori
dello WIP Summer Summit.
- Cena presso un
ristorante italiano di cui non ricordo il nome (ottima qualità di
cibo, vino e servizio) con l’ambasciatore Dejak e i fratelli
Paolo e Pierantonio Costa.
Serata dedicata alla lettura del Rwanda attraverso gli occhi di due
italiani che lo amano senza perdere oggettività. Esprimono stima nei
confronti della dirigenza in generale e in particolare della
leadership del
presidente Kagame: rispetto a vent’anni fa il Paese ha fatto grandi
passi avanti e continuerà in questa direzione, forse a spese di una
libertà complessiva.
Mi pare di poter dire che
tutto è “piegato” al bisogno di fare rinascere e crescere il
Rwanda, imponendo anche forzatamente la riconciliazione. “Siamo
tutti ruandesi, (cioè non Utu o Tutsi)” è il leit motive
ripetuto in continuazione.
Prima di concludere questa
relazione sulla partecipazione al Forum di WIP ed alle celebrazioni
per commemorare il ventesimo anniversario del genocidio contro i
Tutsi, ai quali ha partecipato nelle giornate del 3 e 4 luglio anche
la collega on. Maria Stella Bianchi, desidero ringraziare
l’ambasciatore Stefano A. Dejak che, per l’intera durata della
nostra permanenza a Kigali, ci ha accompagnate, guidate, assistite,
informate con assiduità, competenza, generosità, favorendo
occasioni e organizzando incontri molto interessanti. Chiedo che
questa mia nota relativa all’ambasciatore DEjak sia trasmessa al
ministero degli esteri.
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