Trent’anni fa moriva a Roma Riccardo
Lombardi.
Un socialista. Un padre della Patria.
Antifascista, membro della resistenza, primo prefetto di
Milano dopo la liberazione, deputato ininterrottamente dal 1948 al 1983.
Uno dei grandi uomini politici che
contribuirono alla rinascita del Paese, che fece del riformismo il centro della
sua vita e che di quella stagione di riforme fu
protagonista: nazionalizzazione delle fonti energetiche, statuto dei
lavoratori, scuola media unica, e soprattutto politica della programmazione.
Lombardi era onesto, moralmente,
intellettualmente, nel suo profondo rigore politico ed intellettuale, nel suo
costante anticonformismo ed antidogmatismo. Un’onestà che lo ha portato ad avere
ragione nei momenti salienti della storia della sinistra e del socialismo. Ebbe
ragione nel ’48 quando si oppose al Fronte Popolare, nel ’56 contro Togliatti
per i fatti d’Ungheria, agli inizi degli anni ’60 quando concepì la politica
del primo centro-sinistra, capendo che nel mondo cattolico stava crescendo una
sinistra aperta ad un grande disegno riformatore.
Quando gli chiesero che cosa avesse
imparato dalla vita, Riccardo Lombardi rispose: “ad essere onesto”.
E’ questo che oggi ci manca: la sua
onestà, il suo culto della dignità della persona umana. Ci manca l’Italia come
avrebbe potuto essere.
Nessun commento:
Posta un commento