Signor Ambasciatore,
risuonano nel mondo, risuonano “di fronte al tribunale di Dio” le ultime parole di Reyhaneh Jabbari, la giovane donna impiccata all’alba di sabato 25 ottobre nel suo Paese per ordine della Corte Suprema.
Risuonano nel nostro cuore, risuonano nel cuore delle donne di tutto il mondo, le sue parole così cariche di forza e di dignità, come un appello perché mai più il corpo di una donna sia violato, mai più il potere se ne impadronisca, mai più la legge sia usata contro la sua libertà, contro la sua vita.
Il popolo italiano che noi rappresentiamo, le donne italiane di cui sentiamo tutto il dolore e l’indignazione per il supplizio a cui è stata sottoposta Reyhaneh Jabbari, alzano la voce davanti al suo Paese. Sappiano, le autorità dell’Iran, che i diritti umani fondamentali, i diritti delle donne, sono inalienabili sotto tutti i cieli: il diritto alla vita, il diritto alla libertà. Sappiano, le donne dell’Iran, che noi le sosteniamo contro ogni violazione della loro dignità.
Sappia, signor Ambasciatore, che l’Italia considera l’uccisione di Reyhaneh Jabbari un colpo inferto al sentimento profondo di umanità che tutti ci unisce su questa terra.
Noi ci aspettiamo ora un segno di cambiamento di quelle leggi e di quella cultura del suo Paese che hanno consentito l’uccisione di Reyhaneh Jabbari di fronte alla coscienza del mondo.
Dica al suo popolo, signor Ambasciatore, che noi siamo le sorelle di Reyhaneh Jabbari, decise a difendere con ogni mezzo la libertà e la dignità delle donne, nella vita sociale, nelle leggi, nelle scelte della politica.
Reyhaneh Jabbari vive. La sua testimonianza alimenta il nostro impegno e l’impegno delle donne di tutto il mondo per una umanità libera dalla paura e dalla schiavitù della violenza.
On. Pia Locatelli
LETTERA TESTAMENTO Reyhaneh Jabbari
Cara Shole,
oggi
ho appreso che e’ arrivato il mio turno di affrontare la Qisas (la
legge del taglione ndr). Mi sento ferita, perché non
mi avevi detto che sono arrivata all’ultima pagina del libro della
mia vita.
Non pensi che dovrei saperlo? Non sai quanto mi vergogno per la tua
tristezza. Perché non mi hai dato la possibilità di baciare la tua
mano e quella di papa’?
Il
mondo mi ha permesso di vivere fino a 19 anni. Quella
notte fatale avrei dovuto essere uccisa. Il mio corpo sarebbe stato
gettato in un qualche angolo della città e,
dopo qualche giorno, la polizia ti avrebbe portata all’obitorio per
identificare il mio cadavere, e avresti appreso anche che ero stata
stuprata. L’assassino non sarebbe mai stato trovato poiché noi non
godiamo della loro ricchezza e del loro potere. E poi avresti
continuato la tua vita nel dolore e nella vergogna, e un paio di anni
dopo saresti morta per questa sofferenza, e sarebbe finita cosi’.
Ma
a causa di quel colpo maledetto la storia e’ cambiata. Il mio corpo
non e’ stato gettato via, ma nella fossa della prigione di Evin e
nelle sue celle di isolamento e ora in questo carcere-tomba di
Shahr-e Ray. Ma
non vacillare di fronte al destino e non ti lamentare. Sai bene che
la morte non e’ la fine della vita.
Mi
hai insegnato che veniamo al mondo per fare esperienza e per imparare
una lezione, e che ogni nascita porta con se’ una
responsabilità. Ho
imparato che a volte bisogna combattere.Mi
ricordo quando mi dicesti che l’uomo che conduceva la vettura aveva
protestato contro l’uomo che mi stava frustando, ma quest’ultimo
ha colpito l’altro con la frusta sulla testa e sul volto,
causandone alla fine la morte. Sei
stata tu a insegnarmi che bisogna perseverare, anche fino alla morte,
per i valori.
Ci
hai insegnato andando a scuola ad essere delle signore di fronte alle
liti e alle lamentele. Ti ricordi quanto hai influenzato il modo in
cui ci comportiamo? La tua esperienza pero’ e’ sbagliata. Quando
l’incidente e’ avvenuto, le cose che avevo imparato non mi sono
servite. Quando
sono apparsa in corte, agli occhi della gente sembravo una assassina
a sangue freddo e una criminale senza scrupoli. Non
ho versato lacrime, non ho supplicato nessuno. Non ho cercato
di piangere fino a perdere la testa, perché confidavo nella legge.
Ma sono stata incriminata
per indifferenza di fronte ad un crimine. Vedi, non ho ucciso mai
nemmeno le zanzare e gettavo fuori gli scarafaggi prendendoli per le
antenne. Ora sono colpevole di omicidio premeditato. Il mio
trattamento degli animali e’ stato interpretato come un
comportamento da ragazzo e il giudice non si e’ nemmeno preoccupato
di considerate il fatto che, al tempo dell’incidente, avevo le
unghie lunghe e laccate.
Quanto
ero ottimista ad aspettarmi giustizia dai giudici! Il giudice non ha
mai nemmeno menzionato che le mie mani non sono dure come quelle di
un atleta o un pugile. E questo paese che tu mi hai insegnata ad
amare non mi ha mai voluta, e nessuno mi ha appoggiata anche sotto i
colpi dell’uomo che mi interrogava e piangevo e sentivo le parole
più volgari. Quando
ho rimosso da me stessa l’ultimo segno di bellezza, rasandomi i
capelli, sono stata premiata con 11 giorni di isolamento.
Cara Shole, non piangere
per quello che senti. Il primo giorno che nell’ufficio della
polizia un agente anziano e non sposato mi ha colpita per via delle
mie unghie, ho capito che la bellezza non e’ fatta per questi
tempi. La bellezza dell’aspetto, la bellezza dei pensieri e
dei desideri, la bella calligafria, la bellezza degli occhi e di una
visione, e persino la bellezza di una voce piacevole.
Mia cara madre, il mio
modo di pensare e cambiato e tu non sei responsabile. Le mie parole
sono senza fine e le darò a qualcuno in modo che quando sarò
impiccata senza la tua presenza e senza che io lo sappia, ti verranno
consegnate. Ti lascio queste parole come eredita’.
Comunque, prima della mia
morte, voglio qualcosa da te e ti chiedo di realizzare questa
richiesta con tutte le tue forze e tutti i tuoi mezzi. Infatti, e’
la sola cosa che voglio dal mondo, da questo paese e da te. So che
hai bisogno di tempo per questo. Per questo ti dirò questa parte del
mio testamento per prima. Per favore non piangere e ascolta. Voglio
che tu vada in tribunale e presenti la mia richiesta. Non posso
scrivere questa lettera dall’interno della prigione con
l’approvazione delle autorità, perciò ancora una volta dovrai
soffrire per causa mia. E’ la sola cosa per cui, anche se tu
dovessi supplicarli, non mi arrabbierei – anche se ti ho detto
molte volte di non supplicarli per salvarmi dalla forca.
Mia
buona madre, cara Shole, più cara a me della mia stessa vita, non
voglio marcire sottoterra. Non
voglio che i miei occhi o il mio cuore giovane diventino polvere.
Supplicali perché subito dopo la mia impiccagione, il mio cuore, i
reni, gli occhi, le ossa e qualunque altra cosa possa essere
trapiantata venga sottratta al mio corpo e donata a qualcuno che ne
ha bisogno. Non voglio che sappiano il mio nome, che mi comprino un
bouquet di fiori e nemmeno che preghino per me. Ti
dico dal profondo del cuore che non voglio che ci sia una tomba dove
tu andrai a piangere e soffrire.
Non voglio che tu indossi abiti scuri per me.Fai
del tuo meglio per dimenticare i miei giorni difficili. Lascia che il
vento mi porti via.
Il mondo non ci ama. Non
voleva il mio destino. E adesso sto cedendo e sto abbracciando la
morte. Perché nel tribunale di Dio incriminerò gli ispettori,
l’ispettore Shamlou, il giudice, i giudici della Corte suprema che
mi hanno colpita quando ero sveglia e non hanno smesso di abusare di
me. Nel tribunale del creatore accuserò il dottor Farvandi, e
Qassem Shabani e tutti coloro che per ignoranza o menzogna mi hanno
tradita e hanno calpestato i miei diritti.
Cara
Shole dal cuore d’oro, nell’altro mondo siamo io e te gli
accusatori e loro sono gli imputati. Vediamo
quel che vuole Dio. Io avrei voluto abbracciarti fino alla morte. Ti
voglio bene.
Reyhaneh
Nessun commento:
Posta un commento