A pochi giorni dall’impiccagione di Reyhaneh Jabbari, la radazza iraniana condannata a morte per aver ucciso l’uomo che aveva tentato di violentarla, devo purtroppo segnalare un altro gravissimo caso di violazione dei diritti umani in Iran.
Si tratta di Ghoncheh Ghavami, la ragazza 25 enne anglo-iraniana, condannata a un anno di carcere perché aveva cercato, con altre attiviste per i diritti femminili, di entrare a una partita di World League, Iran-Italia, malgrado il divieto imposto dalla rigida morale sciita.
In attesa del processo, la giovane ha passato 126 giorni nel famigerato carcere di Evin, di cui 41 in totale isolamento senza poter vedere un avvocato e senza accuse formali, dove è stata rinchiusa nonostante abbia il passaporto britannico.
Ghoncheh Ghavami, che si era recata in Iran come volontaria in un programma per combattere l’analfabetismo, è l’ennesima dimostrazione della discriminazione delle donne in Iran e si aggiunge alle altre violazioni dei diritti umani, documentate nel rapporto sull’Iran presentato venerdì scorso al Consiglio dell’Onu dei Diritti umani di Ginevra. Nel documento emerge, tra l’altro, che nell’ultimo anno sono state eseguite 852 condanne a morte, 8 delle quali hanno riguardato minorenni, con impiccagioni pubbliche.
Denunciare, condannare, e tenere alta l’attenzione di media su quanto accade è forse l’unico mezzo che abbiamo per fare pressione sul governo iraniano. Facciamolo!
Si tratta di Ghoncheh Ghavami, la ragazza 25 enne anglo-iraniana, condannata a un anno di carcere perché aveva cercato, con altre attiviste per i diritti femminili, di entrare a una partita di World League, Iran-Italia, malgrado il divieto imposto dalla rigida morale sciita.
In attesa del processo, la giovane ha passato 126 giorni nel famigerato carcere di Evin, di cui 41 in totale isolamento senza poter vedere un avvocato e senza accuse formali, dove è stata rinchiusa nonostante abbia il passaporto britannico.
Ghoncheh Ghavami, che si era recata in Iran come volontaria in un programma per combattere l’analfabetismo, è l’ennesima dimostrazione della discriminazione delle donne in Iran e si aggiunge alle altre violazioni dei diritti umani, documentate nel rapporto sull’Iran presentato venerdì scorso al Consiglio dell’Onu dei Diritti umani di Ginevra. Nel documento emerge, tra l’altro, che nell’ultimo anno sono state eseguite 852 condanne a morte, 8 delle quali hanno riguardato minorenni, con impiccagioni pubbliche.
Denunciare, condannare, e tenere alta l’attenzione di media su quanto accade è forse l’unico mezzo che abbiamo per fare pressione sul governo iraniano. Facciamolo!
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