mercoledì 18 marzo 2015

Attacco a Tunisi, dolore per le vittime e vicinanza al Governo



 Grazie, Presidente. Un pensiero doloroso per quello che è successo in Tunisia poche ore fa nel museo più antico del mondo arabo, dove la comune storia romana è testimoniata da mosaici bellissimi. Un pensiero di dolore e di vicinanza per un Paese dove la democrazia ha dimostrato di avere radici, superando, con modalità democratiche, la fase più tribolata della primavera araba. 
  Ed ora due riflessioni sul tema che stiamo discutendo. Lei, Presidente, ha accennato al tema dell'economia, delle energie e della politica estera. Due pensieri su questo ultimo tema. Lei, signor Presidente, ha dimostrato di credere fortemente a una politica estera e di sicurezza comune, al punto di rivendicare questo portafoglio per Federica Mogherini, quando era la nostra Ministra degli affari esteri. Lo ha fatto contro il parere di tanti che chiedevano una delega più ricca, come l'industria e il commercio internazionale. E noi socialisti abbiamo apprezzato questa scelta e l'abbiamo sostenuta ripetutamente. 
  Ci pare però che, mentre il nostro Paese ha grandemente contribuito a far cambiare, almeno in alcuni casi e nelle intenzioni, l'agenda di politica economica e finanziaria, in sintesi: più cauti con l'austerità, più coraggiosi con la crescita, e sottolineo nelle intenzioni, perché per alcune scelte è necessaria la modifica dei Trattati, lo stesso cambiamento non è riuscito ad imprimerlo nella politica estera. Alcuni esempi: sul tema del terrorismo, l'interesse nazionale viene spesso sentito in contrasto con l'interesse comune, mentre anche solo il buonsenso suggerisce che collaborazione e sinergie possono consentire strategie efficaci. La Libia ha visto l'Italia in prima fila certamente, ma spesso sola o quasi a gestire le emergenze e, a questo proposito, noi socialisti, ancora una volta, affermiamo
che l’escalation militare è opzione estrema e di ultima istanza, prima va sostenuta la capacità del popolo libico di autodifendersi ed autosostenersi, ricercando un accordo politico tra le parti, ovviamente esclusa Daesh. 
  Infine, l'Ucraina e, quindi, i rapporti con la Russia: noi socialisti abbiamo trovato davvero imbarazzante il viaggio di Merkel e Hollande ad est. L'Alta rappresentante Federica Mogherini ha generosamente difeso questa missione, affermando che non vede le iniziative dei singoli Paesi in concorrenza con gli sforzi dell'Unione europea, basta che il tutto sia riportato a cornice europea. Generosa, forse troppo generosa questa valutazione. Non posso sottacere che Francia e Germania si sono accordate fra loro e solo fra loro, come ai tempi in cui il partner francese di Angela Merkel era Sarkozy e non Hollande. In sintesi, i due Paesi e i loro interessi prima di tutto. Nel merito, noi socialisti rimaniamo scettici sulla buona volontà dei russi e suggeriamo di mantenere alta la pressione. Siamo preoccupati rispetto agli accordi di Minsk, ma ancora più ci preoccupa il fatto che questo negoziato abbia visto estranee le istituzioni europee. Le chiediamo, signor Presidente, di porre il tema nella discussione del prossimo Consiglio.

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