In un Paese normale, se le forze dell'ordine arrestassero un presunto terrorista, si plaudirebbe al loro operato e a quello del Ministro dell'interno. Da noi, in un clima perenne di scontro – la campagna elettorale – si chiedono le dimissioni del Ministro dell'interno. Un po’ strano, eh ? L'altro ieri e oggi, dentro e fuori quest'Aula, ho sentito le solite strumentalizzazioni e i soliti luoghi comuni nei confronti dei migranti, volte a far passare l'equazione migrante uguale terrorista, omettendo che quelli che sbarcano sulle nostre coste e che muoiono nel Mediterraneo per raggiungerle sono per la maggior parte disperati, che fuggono proprio da quei terroristi che hanno imposto orrore e guerra nelle loro terre. Ho sentito insultare con toni vergognosi membri di questo Parlamento, per i quali si è invocato il carcere con l'accusa indistinta di avere guadagnato con gli immigrati.
Ho sentito urla e grida volte a conquistare un passaggio nei telegiornali o a raccogliere voti con frasi che istigano all'odio e al razzismo. Non ho sentito quelle voci accusanti esprimere pietà per le vittime dell'attentato a Tunisi né solidarietà per quei migranti in fuga da stragi ed eccidi. Ecco, noi socialisti prendiamo le distanze da tutto questo. Abbiamo difeso Mare Nostrum e siamo convinti che è stato un errore sospendere quella che era un'operazione umanitaria della quale dobbiamo andare fieri. Per il caso in discussione ribadiamo che si tratta di un arresto di un presunto terrorista – ripeto, presunto – e sono, quindi, necessarie tutte le verifiche e anche le garanzie del caso. Questo non ci esime dalla ferma condanna, dallo stare in allerta, dall'agire fattivamente ed efficacemente contro chi semina terrore. Ma, detto questo, nulla toglie al nostro dovere di accoglienza e di rifugio verso chi non ha nulla da perdere, se non la vita
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