martedì 1 dicembre 2015

Aids. Non abbassiamo la guardia

“Di Aids si muore di meno, ma si muore ancora e il fatto di poter tenere sotto controllo la malattia non deve essere un alibi per fare meno prevenzione. Sempre e non solo oggi”. Lo ha detto Pia Locatelli in un intervento di fine seduta alla Camera nella giornata internazionale contro l’Aids.
“Globalmente i nuovi casi sono diminuiti del 35% dal 2000, ma continuano ad aumentare in Europa orientale, Medio Oriente, Africa del Nord e Asia centrale. Le cose non vanno bene nemmeno in Europa: i nuovi contagi da Hiv nel 2014 sono stati oltre 142mila, soprattutto in Romania, Polonia e Slovacchia, mentre in Italia lo scorso anno si sono infettate 3.700 persone circa, l’80% uomini tra i 25 e i 29 anni. . Se è vero che adesso si può convivere con l’Aids, è altrettanto vero che non bisogna abbassare la guardia”.



il mio intervento in aula 

Grazie signor Presidente. Oggi ricorre la giornata internazionale contro l'AIDS e si torna a parlare di dati, cifre e prevenzione. Oggi e solo oggi ! Quella che negli anni Ottanta era considerata l'epidemia del secolo e aveva unito governi, associazioni, medici, ricercatori, case farmaceutiche in una battaglia comune, ora è quasi dimenticata !
Pochi fiocchetti rosa, quasi nessuna campagna, con l'illusione che ci si ammali solo nei Paesi poveri. Se è vero che adesso si può convivere con l'AIDS, è altrettanto vero che non bisogna abbassare la guardia. Globalmente i nuovi casi sono diminuiti del 35 per cento dal 2000, ma continuano ad aumentare in Europa orientale, Medioriente, Africa del nord e Asia centrale. L'AIDS è fra gli adolescenti la prima causa di morte in Africa e la seconda a livello globale, ed è particolarmente preoccupante la situazione per le donne e le ragazze africane, ma più sale la percentuale di ragazze a scuola in Africa e più si abbassa la percentuale di ragazze infette: la relazione è positiva con la scuola. Le cose non vanno bene nemmeno in Europa, e i nuovi contagi di HIV nel 2014 sono stati 142 mila, soprattutto in Romania, Polonia, Slovacchia. In Italia, lo scorso anno, si sono infettate circa 3.700 persone, l'80 per cento uomini tra i 25 e i 29 anni, e il dato è stabile da almeno tre anni. Ma ciò che preoccupa maggiormente è il numero di persone sieropositive inconsapevoli della propria condizione e che scoprono quindi di avere l'AIDS quando ormai è a uno stadio conclamato. Di AIDS si muore di meno, ma si muore ancora, e il fatto di poter tenere sotto controllo la malattia non deve essere un alibi per fare meno prevenzione, sempre e non solo oggi 

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