martedì 22 dicembre 2015

Fine vita, poter scegliere non sia un diritto per i soli privilegiati

“Io come parlamentare e come persona ho il massimo rispetto per le leggi dello Stato, ma ho visto che a volte per smuovere la politica servono azioni forti. I radicali hanno sempre fatto ricorso ad atti di disobbedienza civile per sollevare l’attenzione sui diritti. Basti pensare alle loro campagne e alle loro autodenunce per la depenalizzazione dell’aborto, che hanno contribuito al varo della legge 194, o a quelle sulla legalizzazione della cannabis sulla quale adesso abbiamo ottenuto la calendarizzazione. Spero che anche questa volta lo choc serva a far sì che si affronti il tema”. Così Pia Locatelli, coordinatrice dell’intergruppo per l’eutanasia e il testamento biologico, commenta in un’intervista all’Avanti! il video diffuso dall’Associazione Luca Coscioni nel quale Dominique Velati, militante radicale e malata terminale, annuncia, con un distacco e una tranquillità disarmanti, il suo imminente suicidio, avvenuto in Svizzera il 15 dicembre .

“Noi vogliamo che si cominci a discutere, vogliamo che si faccia una legge. Non abbiamo dato volutamente delle indicazioni proprio per permettere un coinvolgimento trasversale e la costruzione di un testo ampiamente condiviso”. Bisogna “evitare, soprattutto, come è avvenuto per l’aborto prima e per la legge sulla fecondazione assistita poi, che siano solo i più privilegiati a potersi permettere di andare all’estero per poter realizzare le proprie decisioni”.
Pia Locatelli è intervenuta su questo tema, ma anche sulla vicenda della gravidanza per altri e sul suo nuovo incarico come presidente del Comitato diritti umani della Camera, in un’intervista a Radio radicale.




Nessun commento:

Posta un commento