lunedì 16 dicembre 2013

Bachelet eletta perché brava, ora riforme possibili

È stato definito il ballottaggio più originale del mondo, forse unico nella storia, quello che ha visto contrapporsi due donne nella corsa alla Presidenza del Cile e che ha sancito l’ampia vittoria, con il 63%, della socialista Michelle Bachelet, nuovamente alla Moneda dopo una pausa di quattro anni in cui la destra liberista non ha saputo dare risposte alla richiesta di riforme del Paese.
Una vittoria scontata, segnata però da un fortissimo astensionismo, che ha superato il 50%, e dal voto di protesta dell’estrema sinistra che, certa del risultato, ha votato scrivendo “AC” sulla scheda, per chiedere un’Assemblea costituente che attui le riforme.
Ne parliamo con Pia Locatelli, deputata socialista e presidente onoraria dell’Internazionale socialista donne che ha seguito personalmente le vicende cilene dal golpe di Pinochet, al plebiscito dell’88, alle prime elezioni democratiche dopo la dittatura e ha conosciuto personalmente la neopresidente.

In Cile due donne candidate a guidare il Paese e per la seconda volta una presidente, mentre in Italia i vertici della politica sono ancora un appannaggio tutto maschile. Sono più avanti di noi in tema di parità e diritti?
Non direi. Il fatto che per la seconda volta ci sia una donna alla presidenza e che questa donna sia una socialista è senza dubbio un bellissimo segnale, così come lo è il fatto che la sinistra per vincere nuovamente abbia avuto bisogno di una donna, ma nel campo dei diritti e della parità di genere il Cile non è un Paese avanzatissimo. La stessa Bachelet, nel corso del suo precedente mandato, non ha firmato la convenzione del Cedaw (Il protocollo per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne), e nel nuovo parlamento la percentuale femminile non supera il 15,8% alla Camera e il 18% al Senato. Il fatto che vi siano state due donne al ballottaggio non è un segno di avanzamento: la destra ha candidato la Matthei, sperando proprio di annullare il vantaggio di Michelle in quanto donna. Ma la Bachelet non è stata eletta perché donna, ma perché è brava.

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