“Qualsiasi sistema elettorale prevalga,
deve prevedere norme antidiscriminatorie per consentire la piena
partecipazione delle donne alla vita delle Istituzioni”. Questo il punto
fermo su cui hanno lavorato e si sono ritrovate le deputate di diversi
gruppi politici, in un’alleanza trasversale senza precedenti che vede
coinvolte anche le maggiori associazioni femminili, dal’Udi (Unione
donne italiane) a Snoq (Se non ora quando), e esponenti dell’accordo di
azione comune per la democrazia paritaria.
E così, mentre i partiti litigano e
discutono tra di loro, ma anche al loro interno, le donne del parlamento
fanno rete e individuano alcuni paletti per far sì che la nuova legge
elettorale rispetti l’articolo 51 della Costituzione, che stabilisce
pari opportunità di accesso alle cariche elettive, e l’articolo 3 che
dice di eliminare gli ostacoli alla parità.
Lo hanno ribadito Roberta Agostini (Pd),
Titti Di Salvo (Sel), Elena Centemero (Fi), Dorina Bianchi (Ncd), Irene
Tinagli (Sc), Gea Schirò (Pi) e la socialista Pia Locatelli, che, nel
corso di una conferenza stampa alla Camera, hanno assunto l’impegno a
portare avanti una battaglia comune non solo per le quote, ma anche per
quelle misure di “contorno”, come la necessità di prevedere un accesso
paritario ai media e alle risorse, perché, “la presenza delle donne
nelle assemblee elettive non è solo un fatto di democrazia, ma di
qualità della democrazia”. continua a leggere
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