mercoledì 11 giugno 2014

Sì al recepimento delle direttive. Non siamo europeisti a fasi alterne


Annunciando il voto favorevole del gruppo socialista per entrambi i provvedimenti, voglio sottolineare due fatti: 
che ci stiamo avvalendo al meglio della legge 234 del 2012, una buona legge e che ha introdotto due provvedimenti diversi per adeguare il nostro ordinamento alla normativa europea e previsto la possibilità di ulteriori provvedimenti nel medesimo anno nell’eventualitàdi ulteriore produzione legislativa da parte della UE. 
Stiamo sfruttando appieno le potenzialità che la legge 234 offre e però queste potenzialità rischiano di essere vanificate dalla nostra lentezza: tramessi alla Camera lo scorso novembre, approviamo oggi, 10 giugno, questi due provvedimenti. Sei mesi sono troppi, in sé e troppi perchè la situazione italiana in tema di recepimento e di adeguamento delle norme europee è piuttosto imbarazzante: siamo di fronte a 114 infrazioni e questo è il peggior modo di presentarci alla guida del semestre europeo. Stiamo investendo molto sulla presidenza italiana del semestre europeo, ma questi nostri sforzi sono vani se prima non recuperiamo credibilità.


Ci piace tutto quello che l’Europa fa? Non sempre ma questo è un altro discorso: le norme, le direttive vigenti non possono non essere recepite al meglio e senza ritardo e vanno applicate, anche perché frutto del 
lavoro dei nostri rappresentanti in Europa.
Diversa invece, e usiamo questa occasione per ricordarlo, è la necessità di giocare un ruolo come Parlamento nella fase ascendente del processo legislativo, quando le norme europee sono in fase di approvazione, come prevede il trattato di Lisbona che troppo spesso dimentichiamo.
Questi due provvedimenti spaziano in ambiti molto diversi, ambiente, finanze, migrazioni… ma voglio richiamare l’attenzione sul tema del diritto d’asilo e la protezione internazionale.
Dobbiamo correggere l’impianto del testo unico sull’immigrazione, così come si è venuto formando dal 2002 ad oggi, per adeguare il diritto interno alle norme comunitarie, anche alla luce dell'interpretazione di 
alcune sentenze della Corte di Giustizia europea. Noi Paese ponte tra sponda nord e sud del Mediterraneo spesso abbiamo chiamato in causa la UE, chiedendole di non essere lasciati soli ad affrontare il dramma 
degli sbarchi, non possiamo essere fuori dalla legge europea. Quindi ben venga questo adeguamento; soprattutto ben venga la buona cultura europea, come ci ha ricordato il sottosegretario Gozi durante la discussione generale, buona cultura europea che ci fa essere sempre buoni europei e non solo a fasi alterne.

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