“Non possiamo rimanere inattivi, accettando che domini la forza, che è inefficace prima ancora che moralmente sbagliata, dobbiamo cercare soluzioni nuove, coraggiose, che aiutino le parti ragionevoli ad arrivare all’accordo di pace basato sulla soluzione di due Stati come sempre richiesto dall’ONU”. Lo ha detto Pia Locatelli intervenendo alla Camera nel dibattito seguito all’informativa della ministra degli Esteri Mogherini sulla crisi israelo-palestinese.
“La nostra proposta impegna l'Unione europea, proprio nel semestre a Presidenza italiana, a stabilire una data, indicativamente la fine del 2015, alla scadenza della quale l'Unione europea si impegna a riconoscere lo Stato della Palestina.
Noi pensiamo che questa proposta possa costituire una legittimazione ulteriore delle istituzioni palestinesi e della Presidenza Abbas e, al tempo stesso, possa costituire monito e sostegno per la parte israeliana per ritornare al negoziato con gli interlocutori a questo legittimati non dalla forza, ma dalla loro effettiva rappresentatività e dal riconoscimento della comunità internazionale ”.
il testo dell'intervento in aula
Signor Presidente, cara Ministra, vorrei esprimerle apprezzamento per essere stata tra i primi a recarsi nelle terre di Israele e Palestina, così gravemente colpite da un’escalation di violenza, che ha visto tante vittime, soprattutto tra i civili. Questa sua solerzia vorremmo caratterizzasse anche l'incaricato del quartetto UE, ONU, USA e Russia, che, invece, ci pare poco presente.
Forse, tra le responsabilità del semestre italiano c’è oggi anche quella di riconsiderare ruolo e attività del quartetto stesso e del suo rappresentante.
L’escalation non risolve alcun problema, non aiuta la pace, anzi la allontana. Ma oggi il conflitto israelo-palestinese vede dominare gli estremismi, per i quali l'obiettivo non è la pace, ma la vittoria sull'avversario e la negazione dei diritti dell'altro. Un esito paradossale di questa guerra potrebbe essere la maggiore legittimazione di Hamas, a scapito dell'autorità palestinese a Ramallah, a scapito del dialogo tra moderati e progressisti israeliani e palestinesi, un lungo dialogo che risale agli Accordi di Oslo tra Rabin e Arafat.
Non possiamo rimanere inattivi, accettando che domini la forza, che è inefficace prima ancora che moralmente sbagliata. Dobbiamo cercare soluzioni nuove, coraggiose, che aiutino le parti ragionevoli ad arrivare ad un accordo di pace basato sulla soluzione di due Stati, come sempre richiesto dall'ONU.
Ci permettiamo, perciò, di avanzare una proposta che pensiamo sia accettabile anche da chi in Israele vede, come.come noi, l’impasse del processo di pace. La nostra proposta impegna l'Unione europea, proprio nel semestre a Presidenza italiana, a stabilire una data, indicativamente la fine del 2015, alla scadenza della quale l'Unione europea si impegna a riconoscere lo Stato della Palestina.
Noi pensiamo che questa proposta possa costituire una legittimazione ulteriore delle istituzioni palestinesi e della Presidenza Abbas e, al tempo stesso, possa costituire monito e sostegno per la parte israeliana per ritornare al negoziato con gli interlocutori a questo legittimati non dalla forza, ma dalla loro effettiva rappresentatività e dal riconoscimento della comunità internazionale
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