La Camera,
premesso che:
Cisgiordania e Striscia di Gaza sono due regioni dello Stato della Palestina, con status di osservatore presso le Nazioni Unite, così come definito dalla risoluzione 67/19 approvata dall'Assemblea generale Onu il 29 novembre 2012;
Fatah e Hamas, i due partiti palestinesi che governano rispettivamente Cisgiordania e Striscia di Gaza, hanno iniziato nel 2006 un lungo e difficile conflitto interno che pareva trovare un esito positivo il 23 aprile 2014 con la firma di un accordo «in linea di principio» per la formazione di un governo di unità nazionale;
in questo contesto di difficile equilibrio, l'atroce rapimento e l'assassinio di quattro giovani, tre israeliani e un palestinese, hanno provocate un tragico riacutizzarsi del sempre irrisolto conflitto israelo-palestinese nella forma di una escalation militare tra lo Stato di Israele e il solo partito di Hamas, il cui bilancio, in continuo peggioramento ogni giorno, è già quasi a duecento morti, oltre mille feriti, migliaia di case ed edifici civili distrutti e migliaia di sfollati a Gaza; si contano svariati tentativi, sinora fortunatamente sventati, di infliggere perdite in territorio israeliano; ancora una volta la popolazione civile paga il prezzo più alto della prosecuzione del conflitto;
il lancio di razzi da Gaza su Israele e il bombardamento da parte dell'esercito israeliano delle città a Gaza, dove le persone sono costrette a vivere in condizioni difficilissime, sono da condannare senza incertezze e distinzioni perché non servono ad altro che ad aumentare perdite di vite e sofferenze, generando nuova violenza e allontanando sempre più una pace possibile;
questa nuova tragedia impone alla comunità internazionale di attivarsi senza indugi per fermare tutte le azioni militari, ristabilendo il cessate il fuoco del novembre 2012, e per riprendere negoziati diretti tra le due parti, Israele e Palestina, con l'obiettivo di un accordo di pace basato sulla soluzione di due Stati, come richiesto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 12 luglio 2014;
una pace durevole e la stabilità nella regione sono possibili solo attraverso la soluzione di due Stati, israeliano e palestinese, che convivono nel mutuo riconoscimento e nel rispetto dei reciproci confini;
la ripresa dei negoziati per risolvere il conflitto israelo-palestinese non può essere ulteriormente rinviata: un accordo che fermi il conflitto armato oggi e promuova un orizzonte politico per il domani è l'unica soluzione percorribile e la comunità internazionale non può sottrarsi a questo dovere, e ciò vale specialmente per l'Italia, Paese mediterraneo con tradizioni di amicizia e di importanti relazioni culturali, politiche, economiche, sia con Israele sia con la Palestina, nazioni entrambe amiche,
impegna il Governo:
a promuovere urgentemente, in virtù del semestre di presidenza dell'Unione europea, una posizione congiunta dell'Europa affinché i bombardamenti e tutte le azioni militari nella regione cessino immediatamente;
ad agire perché l'Unione europea assuma, all'interno della comunità internazionale, il ruolo di attore protagonista dei negoziati di pace;
a sostenere l'unità dello Stato di Palestina, sulla base del riconoscimento dell'autorità del presidente Mahmoud Abbas, del riconoscimento dell'esistenza dello Stato di Israele e del ritorno al negoziato secondo il lascito degli accordi di Oslo e delle risoluzioni delle Nazioni Unite;
a sostenere, presso il Governo israeliano, le ragioni di un ritorno al negoziato, riconoscendo, secondo le parole del presidente degli Usa Barack Obama nel Presidente Abbas una controparte impegnata alla soluzione dei due Stati e alla cooperazione con Israele e, di conseguenza, la ricerca del negoziato sulla base degli accordi di Oslo e delle risoluzioni delle Nazioni Unite;
a sostenere, presso entrambe le parti, le ragioni di una mutua cooperazione contro il terrorismo di gruppi estremistici, che costituisce una minaccia globale, senza differenze di religione e nazionalità;
a informare il Parlamento in merito al ruolo dell'Italia in fase di contatti diplomatici con i Governi israeliano e palestinese.
(1-00550) «Locatelli, Di Lello, Di Salvo, Pisicchio, Migliore, Pastorelli, Di Gioia, Tabacci, Fava, Piazzoni, Labriola, Furnari, Pilozzi, Lavagno, Nardi, Capelli, Zan».
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