“Istituire il Ministero per le pari opportunità, o in alternativa individuare presso la Presidenza del Consiglio una figura cui assegnare le stesse deleghe e che abbia anche il compito di valutare prima e verificare poi l’impatto di genere di tutti i provvedimenti assunti”. E’ quanto si chiede in una mozione a prima firma Pia Locatelli, presentata nel giorno dell’entrata in vigore della convenzione di Istanbul.
“Con l’eccezione dell’attuale governo – si legge nella mozione - dal 1996 l’esecutivo ha sempre previsto nella sua composizione o il Ministero per le Pari Opportunità o una figura che ne avesse le deleghe, e le esperienze di questi ultimi mesi sembrano indicare che senza un dicastero dedicato non ci possano essere l’attenzione e l’impegno necessari a portare avanti tempestivamente efficaci politiche di genere e delle pari opportunità”.
“Mentre la nuova composizione di Parlamento e Governo ci colloca in posizione dignitosa per rappresentanza politico-istituzionale, il nostro Paese continua ad essere fanalino di coda in molti altri campi, in particolare nel mondo del lavoro e in generale dell’empowerment economico, con significativi sono i ritardi nelle attuazioni delle politiche per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica”.
il testo della mozione
La Camera,
premesso che:
ogni anno dal 2006 il World Economic Forum predispone il Global Gender Gap Report, che fornisce un quadro delle disuguaglianze di genere in 136 Paesi, stilando una graduatoria che fotografa lo stato delle dis-parità in ogni realtà nazionale; i criteri per la compilazione della graduatoria prendono in considerazione indici che si riferiscono a quattro ambiti: l’economia, la presenza nelle istituzioni, l’educazione , e la salute; per ogni ambito viene compilata una graduatoria; a loro volta le quattro graduatorie costituiscono la base per un quadro di sintesi che fotografa la realtà mondiale in ordine decrescente di dis-parità;il Rapporto del 2013 indica che l’Italia è al 71° posto della graduatoria generale e 22° tra i Paesi membri della UE - dopo l’Italia si collocano quasi esclusivamente Paesi di recente adesione: Slovakia, Cipro, Grecia, Repubblica Ceca, Malta e Ungheria;
mentre la nuova composizione di Parlamento e Governo ci colloca in posizione dignitosa per rappresentanza politico-istituzionale, il nostro Paese continua ad essere fanalino di coda in molti altri campi, in particolare nel mondo del lavoro e in generale dell’empowerment economico;significativi sono i ritardi nelle attuazioni delle politiche per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, nonostante in questa legislatura siano state approvate leggi come quella contro il femminicidio o la ratifica della Convenzione di Istanbul;anche le tematiche dei diritti civili ad oggi non hanno ricevuto l’attenzione dovuta: la legge sull’omofobia è da mesi bloccata al Senato; la legge sulle unioni civili non è ancora stata calendarizzata nonostante numerose siano le proposte depositate;con l’eccezione dell’attuale governo, dal 1996 l’Esecutivo ha sempre previsto nella sua composizione o il Ministero per le Pari Opportunità o una figura che ne avesse le deleghe;
le esperienze di questi ultimi mesi sembrano indicare che senza un dicastero dedicato non ci possano essere l’attenzione e l’impegno necessari a portare avanti tempestivamente efficaci politiche di genere e delle pari opportunità.
impegna il Governo
- a istituire il Ministero per le pari opportunità;
- in alternativa a individuare presso la Presidenza del Consiglio una figura cui assegnare le stesse deleghe e che abbia anche il compito di valutare prima e verificare poi l’impatto di genere di tutti i provvedimenti assunti.
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