mercoledì 22 ottobre 2014

In Europa un patto per la crescita

Signora Presidente, volevo anche dire «signor Presidente del Consiglio», ma non è in Aula, quindi non posso dirlo. È importantissima la riunione di domani del Consiglio europeo, per tre ragioni: perché si svolge durante il nostro semestre di Presidenza italiana, perché è a pochi giorni dall'insediamento ufficiale della nuova Commissione e per i temi all'ordine del giorno. La nuova Commissione è stata presentata questa mattina da Juncker e mi dispiace molto, dico «che peccato», per non dire quasi «che vergogna», che siano soltanto nove le commissarie su 28, meno di un terzo.
  Comunque, sulla nuova Commissione noi socialisti abbiamo molto apprezzato la determinazione con la quale il Presidente del Consiglio ha perseguito e conseguito l'obiettivo di assegnare alla nostra attuale Ministra degli esteri l'incarico di Alta Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e per la politica di sicurezza. Solo chi è convintamente europeista comprende l'importanza di questo ruolo. Federica Mogherini saprà essere all'altezza e saprà avviare il processo di costruzione di una politica estera e di difesa comuni, la cui mancanza ha reso l'Europa muta in occasioni in cui era necessario, invece, parlare con voce forte.
  Per quanto riguarda i temi all'ordine del giorno, politica climatica ed energetica e stato dell'economia, è giustissimo l'innalzamento delle ambizioni sui temi energetici, condividiamo completamente e non aggiungiamo nulla.
  Per quanto riguarda, invece, il secondo punto, lo stato dell'economia europea, ribadiamo con forza che è necessaria un'inversione.
   L'Italia non è il solo Paese che attraversa una fase di contrazione. La crescita del PIL nel secondo trimestre è stata negativa anche per Francia e anche per Germania. Il PIL dell'eurozona nel suo insieme è praticamente piatto, mentre negli USA è cresciuto dell'1 per cento. Colpa della mancanza di riforme strutturali ? Anche, ma non solo. Il vero nodo che spiega la fondamentale differenza tra noi e gli USA sta nelle politiche monetarie, fiscali e finanziarie: espansive le statunitensi, restrittive le europee. La conseguenza è non solo la debolezza dell'economia reale della UE, ma pure l'aumento del debito, ossia il contrario dell'obiettivo che si intenderebbe perseguire.
  Noi socialisti chiediamo al Presidente del Consiglio – e mi dispiace di non poterglielo dire personalmente – di andare in Europa a proporre un patto di crescita soprattutto e non più un patto di stabilità soprattutto, altrimenti tutta l'Europa, Germania compresa, diventerà sempre più debole. Questa è l'inversione che chiediamo. Ultimissima raccomandazione...
 anche se il tema non è all'ordine del giorno, la revisione di Dublino III non è più rinviabile come non lo è la costruzione di un vero sistema europeo di asilo. Grazie.


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