“Non dobbiamo abbassare la guardia e ci impegniamo fin da ora affinché la legge contro le Mutilazioni Genitali Femminili venga rifinanziata”.
Lo ha detto Pia Locatelli, coordinatrice dell’intergruppo parlamentare “Salute globale e diritti delle donne”, aprendo la Conferenza stampa alla Camera, in occasione della giornata internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili.
Nel corso dell’evento organizzato con Aidos è stato presentato un documento della Convenzione di Istanbul per contrastare il fenomeno.
“La Convenzione di Istanbul – ha aggiunto la deputata socialista - è lo strumento più completo che abbiamo nella lotta contro la violenza sulle donne e le mutilazioni genitali sono una delle forme di violenza più crudeli contro le donne e le bambine.
Una violenza subdola perché nella maggior parte dei casi non è percepita come tale dalle vittime che, spesso, la considerano una sorta di dovere, un rito iniziatico, un atto ineluttabile per entrare a pieno titolo nella comunità. Una violenza che avviene con la complicità spesso sofferta di madri, sorelle maggiori, familiari più stretti e che quasi mai viene denunciata.
Le quattro “P” della Convenzione, prevenzione, protezione, punizione e politiche integrate, possono essere efficacemente impiegate nella battaglia contro le mutilazioni genitali femminili.
E’ un tema che sul quale l’Italia è stata da sempre in prima fila. Non a caso siamo stati il primo Paese ad approvare una legge contro le MGF, che non solo le definisce come reato e quindi le rende perseguibili, ma che prevede attività di prevenzione volte a scoraggiare la pratica, stanziando un finanziamento pari a complessivi 5 milioni di Euro l’anno a partire dal 2006.
Questo finanziamento dal 2012 è stato interrotto: il nostro primo impegno come intergruppo parlamentare “Salute globale e diritti delle donne” deve essere quello di reintrodurlo”.
Lo ha detto Pia Locatelli, coordinatrice dell’intergruppo parlamentare “Salute globale e diritti delle donne”, aprendo la Conferenza stampa alla Camera, in occasione della giornata internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili.
Nel corso dell’evento organizzato con Aidos è stato presentato un documento della Convenzione di Istanbul per contrastare il fenomeno.
“La Convenzione di Istanbul – ha aggiunto la deputata socialista - è lo strumento più completo che abbiamo nella lotta contro la violenza sulle donne e le mutilazioni genitali sono una delle forme di violenza più crudeli contro le donne e le bambine.
Una violenza subdola perché nella maggior parte dei casi non è percepita come tale dalle vittime che, spesso, la considerano una sorta di dovere, un rito iniziatico, un atto ineluttabile per entrare a pieno titolo nella comunità. Una violenza che avviene con la complicità spesso sofferta di madri, sorelle maggiori, familiari più stretti e che quasi mai viene denunciata.
Le quattro “P” della Convenzione, prevenzione, protezione, punizione e politiche integrate, possono essere efficacemente impiegate nella battaglia contro le mutilazioni genitali femminili.
E’ un tema che sul quale l’Italia è stata da sempre in prima fila. Non a caso siamo stati il primo Paese ad approvare una legge contro le MGF, che non solo le definisce come reato e quindi le rende perseguibili, ma che prevede attività di prevenzione volte a scoraggiare la pratica, stanziando un finanziamento pari a complessivi 5 milioni di Euro l’anno a partire dal 2006.
Questo finanziamento dal 2012 è stato interrotto: il nostro primo impegno come intergruppo parlamentare “Salute globale e diritti delle donne” deve essere quello di reintrodurlo”.
Mutilazioni genitali femminili, la giornata mondiale dell’Onu per dire “stop”.
dalle 11.30 conferenza stampa dalla Camera dei Deputati
http://webtv.camera.it/evento/7485
il mio post su "Il Fatto Quotidiano"
dalle 11.30 conferenza stampa dalla Camera dei Deputati
http://webtv.camera.it/evento/7485
il mio post su "Il Fatto Quotidiano"
i messaggi dell'on Mara Carfagna e Emma Bonino
il messaggio di Mara Carfagna
Roma, 06/02/2015
Cara Pia, gentili presenti,
Oggi si celebra una
giornata importante per l’affermazione dei diritti delle donne. L’eradicazione
del fenomeno delle mutilazioni genitali, infatti, non è solo un traguardo a
tutela della salute delle bambine, è anche – e forse soprattutto – un punto a
favore nella lotta a stereotipi dannosi che provengono da lontano ma che ci
riguardano da vicino, stereotipi spesso imposti proprio da altre donne, in
famiglia, e per questo difficili da estirpare.
L’impegno italiano in merito non ha avuto eguali negli anni precedenti.
Ricordo bene, la vera e propria battaglia ingaggiata da Pia Locatelli, da Emma
Bonino, al fianco di importanti associazioni e ONGs, prima tra tutte AIDOS, non
solo in campo internazionale ma anche sul territorio italiano. Ricordo, ad
esempio, l’importante sessione della 54^ Sessione della Commissione sulla
condizione femminile presso le Nazioni Unite, tenutasi a New York nel 2009,
quando in veste di ministro per le pari opportunità decisi di dedicare
l’apposito spazio a disposizione dell’Italia proprio alle MGF, in sintonia con
i partners africani, riconoscendo la loro ownership e rispettando la loro
sensibilità e cultura. Il nostro è stato un sostegno incondizionato, uno
stimolo sincero, scevro da ogni paternalismo, per un obiettivo che riteniamo di
assoluta priorità per i diritti delle persone. Un sostegno che, sempre da
Ministro, volli ribadire anche qui in Italia, qualche mese dopo, nel corso
della Conferenza Internazionale contro la violenza sulle donne organizzata
sotto l’egida del G8, nel settembre del 2009, dedicando alle MGF un intero
panel pomeridiano, magistralmente coordianto da Emma Bonino, che ringrazio per
il suo impegno, e dove avemmo modo di discutere in
modo costruttivo e fuori da schemi preconcetti non solo il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili come
norma sociale, ma anche l’introduzione del concetto dei diritti umani
universali come elemento propulsore dell’abbandono. Ne discutemmo davanti alla
comunità internazionale insieme a medici, esperti e associazionismo, e – non
certo ultima- insieme a Khadi Koita, l’allora
Presidente di EURONET-FGM, la
Rete europea per la Prevenzione delle Mutilazioni Genitali Femminili.
L’impegno fu costante. Perché in costante crescita è il fenomeno, legato
com’è ai flussi migratori che riguardano il nostro paese. E’ un fenomeno che tocca ormai non soltanto i Paesi dove le MGF
costituiscono una pratica tradizionale, ma anche quelli di
accoglienza. Posto che le MGF rappresentano una grave violazione dei diritti umani delle donne
e delle bambine, il loro abbandono contribuirebbe inoltre alla realizzazione di ben
tre distinti Obbiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs): MDG 3 sulla promozione
dell’uguaglianza tra i sessi e l’empowerment delle donne; MDG 4 sulla riduzione
della mortalità infantile; MDG 5 sul miglioramento della salute materna.
E’ una pratica che resiste
anche tra alcune comunità presenti in Italia malgrado l'entrata in vigore della
legge nel 2006 che sancisce un inasprimento della pena per chi pratica
l’infibulazione nel nostro Paese e anche per chi “cagiona” la mutilazione,
intendendo con ciò, di fatto, anche riconoscere la grave responsabilità della
famiglia delle piccole vittime di questa sevizie.
Non
mi dilungherò oltre. Permettetemi però solo un'altra considerazione. Ormai è da
tempo che il parlamento italiano chiede all’attuale governo di prendere in
considerazione la nomina di un Ministro per le Pari Opportunità. E’ da troppo
tempo che l’Italia, infatti, manca di quel megafono istituzionale non solo in
contesto territoriale ma anche per ribadire il proprio impegno forte in ambito
internazionale anche su questi temi. Non
avere un interlocutore istituzionale vuol dire non tener fede a quanto
costruito fino ad ora. Un solo esempio per tutti: senza un input impresso da
una guida politica, e non semplicemente amministrativa, non può ricostituirsi
la commissione nazionale contro la pratica delle Mutilazioni genitali
femminili, che operava in seno al
dipartimento per le pari opportunità, e grazie alla quale, ad esempio, si
produsse e diffuse lo spot di divulgazione informativa dell’AIDOS, diffuso non
solo in TV ma anche nelle scuole, e si creò una virtuosa collaborazione col ministero dell’interno che diede vita al numero
verde gratuito dedicato a fornire informazioni sulle strutture sanitarie e
sulle organizzazioni di volontariato vicine alle comunità di immigrati
provenienti dai Paesi dove sono effettuate le pratiche di Mgf. Questo patrimonio di progresso e di
leaderiship internazionale sui temi dei diritti civili rischia di essere messo
in secondo piano, fino a quando non avrà di nuovo il suo condottiero. E’ per
questo che, in questa giornata così importante, ribadisco la mia richiesta al
Governo: di accelerare i tempi per nominare il prossimo ministro per le Pari
opportunità che possa coordinare le azioni di contrasto a un fenomeno culturale
sempre più presente e lesivo della dignità delle donne fin dalla loro infanzia.
Grazie per l’attenzione
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