venerdì 11 settembre 2015

Tutela per le 69 nigeriane del Cie di Ponte Galeria a Roma


“Tra il 17 e il 22 luglio 2015 sono stati effettuati una serie di salvataggi in mare che, tra le altre, hanno salvato 69 donne di presunta cittadinanza nigeriana provenienti dalle coste libiche; le stesse donne sarebbero state indirizzate nei Centri di prima accoglienza di Lampedusa, Pozzallo e Augusta. A tutte loro, di cui tre in evidente stato di gravidanza, sarebbe stato notificato un decreto di respingimento immediatamente dopo la loro foto-segnalazione, a cui ha fatto seguito un trasferimento al Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria a Roma, al fine di essere rimpatriate dalla frontiera di Roma-Fiumicino; a tutte le cittadine nigeriane è stato convalidato il provvedimento di trattenimento senza prendere in considerazione sia la loro condizione fisica, sia il motivo del viaggio attraverso il Mediterraneo, viaggio peraltro “offerto” a tutte dalle reti di tratta dei migranti presenti in Nigeria ed in Libia”. Questo quanto si legge nel testo dell’interpellanza urgente presentata alla Camera da Pia Locatelli e in Senato dalla vicepresidente Valeria Fedeli, che è stata illustrata alla Camera alla presenza del sottosegretario Manzione.
“Si chiede di sapere – ha affermato Pia Locatelli illustrando l’interpellanza, firmata alla Camera da 90 parlamentari di diverse forze politiche – se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e quali siano le sue valutazioni in merito alla situazione; se e quali misure siano state assunte per dotare le vecchie e nuove Commissioni territoriali di personale competente capace di conoscere la pericolosità di contesti che, non necessariamente, implichino un conflitto armato (interno o internazionale) o la presenza di un regime autoritario; se non reputi che la decisione di tenere le udienze di convalida nel CIE di Ponte Galeria piuttosto che in tribunale possa pregiudicare le condizioni di imparzialità della funzione giurisdizionale così come denunciato dal Consiglio Superiore della Magistratura; se non valuti necessario ed urgente adottare misure volte ad ospitare le 69 donne nigeriane in strutture che non prevedano la totale privazione della libertà di movimento e comunicazione con l'esterno, strutture peraltro individuate dalla campagna LasciateCIEntrare e pronte all’accoglienza di tutte le richiedenti asilo”. 

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