martedì 13 ottobre 2015

Lo ius soli è legge, decisivo passo avanti, ma si poteva osare di più

“Oggi, ci troviamo finalmente a dare una risposta a quei minori che, nati nel nostro paese o arrivatici da piccolissimi, fino ad oggi, pur parlando la nostra lingua, i nostri dialetti, frequentando le nostre scuole, partecipando pienamente alla vita del nostro paese, erano considerati stranieri. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze che rappresentano circa l’8,2% della popolazione presente nel nostro Paese: con questa legge chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno dell'Unione europea per soggiornanti di lungo periodo, avrà diritto alla cittadinanza”. Lo ha detto Pia Locatelli, commentando l’approvazione della legge sullo ius soli approvata oggi alla Camera.

“Il nostro apprezzamento però non può mettere a tacere alcune ombre di questa legge che ci auguriamo possano essere presto sanate. Primo fra tutti il fatto di aver escluso completamente gli stranieri maggiorenni che da lunghi anni vivono e lavorano nel nostro Paese. Comprendiamo i motivi politici di questa scelta, ma di certo non li condividiamo. Le altre perplessità riguardano il permesso di soggiorno di lunga durata, al posto della residenza legale, e la disponibilità di un reddito minimo non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale che crea una pericolosa discriminante economica e che andrà ad escludere da questo provvedimento una larga fetta di residenti stranieri”.

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