venerdì 27 novembre 2015

Diritti umani, serve un organismo nazionale indipendente

“E’ necessario istituire in Italia un organismo nazionale indipendente per la promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, ai sensi della risoluzione delle Nazioni Unite 48/134 del 1993, in attuazione dei cosiddetti princìpi di Parigi. Ricordo che l'istituzione di tale organismo è stata oggetto di un esplicito impegno dell'Italia in sede di candidatura italiana al Consiglio ONU per i diritti umani. Auspico pertanto, pur rientrando la materia nella specifica competenza della Commissione affari costituzionali, una prossima ripresa dell’iter legislativo sul tema”.
Lo ha detto Pia Locatelli nel corso della riunione del Comitato diritti Umani della Camera dove ha illustrato il suo programma come presidente. Pia Locatelli ha sottolineato la necessità di proseguire l’indagine già avviata sulla tutela dei diritti delle minoranze per il mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale, “focalizzando l’attività conoscitiva del Comitato sugli aspetti inerenti la condizione della donna”, “e sul ruolo positivo che l’evoluzione della stessa parità di genere può svolgere con riferimento al perseguimento degli obiettivi di pace e stabilità, in particolare nelle aree di crisi e di post-conflitto”.

il testo del mio intervento



Onorevoli colleghi, finalità della seduta odierna è precisare gli elementi utili a definire l'agenda dei lavori per i prossimi mesi del Comitato, recentemente ricostituito nell’ambito della nostra Commissione, che ho l’onore di presiedere.
Quanto al metodo di lavoro, auspico, al pari del mio predecessore, onorevole Marazziti, che vi possa essere una regolarità delle sedute, compatibilmente con i lavori dell'Assemblea e della Commissione plenaria, e un’assidua partecipazione ai lavori di tutti i suoi componenti.
In merito all’attività conoscitiva – che, lo ricordo, costituisce il filone principale di attività del Comitato – rammento che è in corso l’indagine sulla tutela dei diritti delle minoranze per il mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale, il cui termine di scadenza è previsto per il prossimo 31 dicembre. Tale indagine conoscitiva è stata motivata da un’esigenza irrinunciabile per un Paese come l’Italia, che – desidero rammentarlo – identifica  nella tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali una delle proprie linee portanti di politica estera, linea che si rafforza anche in risposta all’impulso derivante dal monitoraggio periodico nei confronti dell’Italia da parte del Consiglio dell’ONU per i diritti umani.
L’indagine conoscitiva si è rivelata particolarmente importante anche alla luce della tragedia umanitaria rappresentata dal conflitto in Siria e dall’espansione di Daesh, che consolida sempre più la sua strategia volta al genocidio di specifici gruppi etnici e religiosi, con la connessa escalation di episodi di devastante terrorismo che hanno recentemente colpito il cuore dell’Europa occidentale, oltre che obiettivi nelle aree prossime al conflitto siriano e alla questione mediorientale, e del dilagare di episodi di intolleranza di tipo antisemita e islamofobico.
L’indagine ha dedicato dunque specifici approfondimenti ai contesti internazionali in cui il tema dei diritti delle minoranze – in particolare di quelle religiose – appare cruciale anche ai fini dell’azione di politica estera dell’Italia rispetto agli obiettivi di pace e stabilità.
Ricordo che nel corso dell’indagine sono stati auditi: Sardar Mohammad Rahimi, preside della facoltà di scienze politiche dell’Università di Kabul, sui diritti della minoranza hazara; Edwar George Haana e Saeed Abbas Haider, attivisti della società civile irachena, sulle condizioni delle donne in Iraq; Dong Hyuk Shin, esule della Corea del Nord; Mustafa Abduldzhemil Dzhemilev, deputato ucraino appartenente alla minoranza tatara; Suha Oda, giornalista ed attivista per i diritti umani in Iraq e Jimmy Shahinian, attivista per i diritti umani in Siria; Jorge Molano, attivista per i diritti umani in Colombia; e, da ultimo, Madina Jarbussynova, Rappresentante Speciale dell'OSCE per il contrasto alla tratta degli esseri umani.
Nel riproporre tale filone di indagine, riterrei opportuno focalizzare l’attività conoscitiva del Comitato sugli aspetti inerenti la condizione delle donne, anche alla luce degli sviluppi o e in alcuni casi mancati sviluppi della parità di genere nel contesto internazionale, e soprattutto là dove sono mancati dobbiamo promuovere questi sviluppi e sostenerli perché è provato e sul ruolo positivo che l’evoluzione della stessa parità di genere può svolgere con riferimento al perseguimento degli obiettivi di pace e stabilità, in particolare nelle aree di crisi e di post conflitto, e in relazione alla lotta alla violenza contro le donne e alla tratta e sfruttamento di esseri umani.
Ricordo in questo ambito tutte le indicazioni e prescrizioni che ci vengono dalla risoluzione Onu 1325, seguita poi da numerose altre, sul ruolo delle donne nelle aree di conflitto e di ricostruzione post conflitto di cui abbiamo celebrato il quindicesimo anniversario di approvazione unanime. Su questo argomento il nostro paese ha una qualche punta di eccellenza anche perché il raffronto con altri mostra che hanno fatto poco.
Per quanto riguarda il raccordo con gli organismi internazionali che si occupano di questioni connesse alla tutela dei diritti umani, reputo parimenti necessario sviluppare e mantenere un contatto periodico del Comitato con il board dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA – Fundamental Rights Agency).
Ricordo poi che il Comitato potrà procedere anche all'esame di atti dell'Unione europea, a cominciare dalla Relazione annuale dell'Unione europea sui diritti umani, del Parlamento europeo e delle Assemblee parlamentari internazionali (Consiglio d'Europa, NATO, OSCE, ed altre) che sono trasmessi al Parlamento. In esito a tale esame il Comitato può predisporre una risoluzione da sottoporre alla Commissione.
Manifesto anche l’opportunità di mantenere il contatto con la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani presieduta dal senatore Manconi nell’altro ramo del Parlamento. Proprio ieri ci siamo incontrati per avviare possibili forme di collaborazione.
Ricordo ancora, in conclusione, la questione dell'istituzione in Italia di un organismo nazionale indipendente per la promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, ai sensi della risoluzione delle Nazioni Unite 48/134 del 1993, in attuazione dei cosiddetti princìpi di Parigi. Desidero evidenziare, al proposito, che sono giacenti presso questo ramo del Parlamento le proposte di legge di iniziativa dei colleghi Chaouki ed altri, Scagliusi ed altri, e Marazziti e Nicoletti, e che il provvedimento è incardinato al Senato presso la I Commissione, dove prevedibilmente il lavoro di esame riprenderà nel gennaio del 2016.
Ricordo che l'istituzione di tale organismo è stata oggetto di un esplicito impegno dell'Italia in sede di candidatura italiana al Consiglio ONU per i diritti umani. Auspico pertanto, pur rientrando la materia nella specifica competenza della Commissione affari costituzionali, una prossima ripresa dell’iter legislativo sul tema.impegno.
Tutto ciò premesso, invito i colleghi a formulare ulteriori proposte e valutazioni in ordine al programma dei lavori del Comitato.

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