“Il ddl Cirinnà tiene già conto della sentenza della Corte Costituzionale, tanto è vero che non equipara affatto le unioni civili al matrimonio. Tirare in ballo adesso la Consulta è un falso problema, alimentato da una parte del mondo cattolico che non vuole che venga fatta nessuna legge”. Lo ha detto Pia Locatelli, commentando l’ipotesi di una modifica agli articoli 2 e 3 del provvedimento, alla luce dei rilievi che sarebbero stati fatti presenti dal Colle sulla base della sentenza della Corte Costituzionale n.138 del 2010..
“Ieri l’unico problema sembrava essere la stepchild adoption, oggi trovandosi in difficoltà nel continuare a sostenere una posizione che nega a minore il diritto a una continuità affettiva, si fa un passo indietro nel tentativo di svuotare completamente la legge. Il ddl Cirinnà è già frutto di una mediazione al ribasso, chi vuole oggi rimetterlo in discussione abbia il coraggio di dire apertamente che è contro le unioni civili e l’estensione dei diritti per le coppie dello stesso sesso. Il Pd su questo punti ha espresso una posizione chiara, la porti fino in fondo e non dia retta alle sirene di una parte dei cattolici.
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