giovedì 4 febbraio 2016

Mutilazioni genitali femminili, un fenomeno che riguarda anche l'Italia

“Sono alcuni milioni le bambine e le ragazze che subiscono le mutilazioni genitali femminili ogni anno, decine e decine di milioni le ragazze e le donne; che nel mondo; ne vivono le conseguenze, sia a breve termine (dolori, emorragie, infezioni, a volte la morte) sia a lungo termine (traumi psicologici, disturbi post traumatici da stress, diminuzione o impossibilità del piacere sessuale, complicanze durante il parto, mortalità materna e infantile, infertilità, rischio di contrarre l’HIV). Decine di milioni nel mondo, centinaia di migliaia in Europa, migliaia nel nostro Paese”.
 Lo ha ricordato Pia Locatelli alla Camera in un intervento di fine seduta, in occasione della giornata mondiale contro le MGF che si terrà il 6 febbraio.
“Le MGF sono un fenomeno che ci riguarda tutti/e. La sua dimensione globale impone lo sviluppo di interventi transnazionali e transcontinentali per costruire ponti tra le comunità che vivono in Italia e in Europa e quelle nei Paesi interessati dalla pratica, in particolare l’Africa, favorendo un approccio dal basso e coinvolgendo l’intera comunità, uomini compresi”.




Il 6 febbraio è la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili. Lo ha deciso l’ONU il 20 dicembre 2012, con una risoluzione approvata all'unanimità,; dichiarando la messa al bando universale di questa pratica. In molti Paesi è stata formalmente proibita, l'Italia è stata tra i primi ma le leggi e le risoluzioni, quando vanno ad incidere su usi e costumi tradizionali molto radicati, hanno un impatto molto limitato.
 Le MGF rientrano nel novero della pratiche patriarcali basate sulle disuguaglianze di genere volte a controllare i corpi e i diritti sessuali e riproduttivi di donne e ragazze, cancellando il loro diritto all’integrità fisica e mentale, alla libertà dalla violenza, al godimento del miglior stato di salute possibile. Sono alcuni milioni le bambine e le ragazze che subiscono la mutilazione ogni anno, decine e decine di milioni le ragazze e le donne che nel mondo ne vivono le conseguenze, sia a breve termine (dolori, emorragie, infezioni, a volte la morte) sia a lungo termine (traumi psicologici, disturbi post traumatici da stress, diminuzione o impossibilità del piacere sessuale, complicanze durante il parto, mortalità materna e infantile, infertilità, rischio di contrarre l’HIV). Decine di milioni nel mondo, centinaia di migliaia in Europa, migliaia nel nostro Paese. In questo senso, le MGF sono un fenomeno che ci riguarda tutti/e. 
La sua dimensione globale impone lo sviluppo di interventi transnazionali e transcontinentali per costruire ponti tra le comunità che vivono in Italia e in Europa e quelle nei Paesi interessati dalla pratica, in particolare l’Africa, favorendo un approccio dal basso e coinvolgendo l’intera comunità, uomini compresi. Non solo, la questione delle mutilazioni genitali deve essere inserita nell’ambito ampio della cooperazione internazionale e della politica di sviluppo che includa la prospettiva di genere tenendo conto dei diritti e dell’empowerment delle donne. Non solo, la questione delle mutilazioni genitali deve essere inserita nell’ambito ampio della cooperazione internazionale e della politica di sviluppo che includa la prospettiva di genere tenendo conto dei diritti e dell’empowerment delle donne.

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