mercoledì 2 marzo 2016

Troppo poche le politiche a sostegno delle famiglia

“L'Italia, dove si parla tanto di famiglie e della loro difesa, non solo è tra i pochissimi Paesi europei che ha avuto e continua ad avere grandi difficoltà a riconoscere le famiglie omosessuali e non concede loro pieni diritti, ma è anche tra gli ultimi ad attuare politiche a sostegno delle famiglie in generale, di tutte le famiglie". Lo ha detto Pia Locatelli, intervenendo per dichiarazione di voto sulle mozioni sulla famiglie.
"Ci siamo meravigliati e preoccupati alla luce del pesante calo demografico emerso con gli ultimi dati Istat. Ma un Paese in cui mancano gli asili nido, in cui spostarsi per portare i figli e le figlie a scuola diventa un viaggio inconciliabile con gli orari di lavoro, in cui le madri lavoratrici hanno pochissime possibilità di fare carriera o sono costrette a ritornare a casa, dove non c’è stabilità lavorativa e economica e dove i giovani e le giovani vivono ancora con i genitori per l’impossibilità di avere una casa propria, ci meraviglieremmo se fosse il contrario".

 "Alcuni emendamenti presentati in maniera bipartisan dalle deputate alla legge di stabilità hanno portato a qualche beneficio: penso al bonus babysitter, esteso alle lavoratrici autonome, e alle disposizioni riguardanti l'aumento del congedo parentale, che però andrebbe ulteriormente aumentato: è poca, pochissima cosa, se guardiamo al resto d'Europa".






Il testo integrale della dichiarazione di voto

Il 30 gennaio scorso si è svolta a Roma una manifestazione per la famiglia. Ci sarebbe piaciuto che in quell'occasione si fosse parlato e discusso dei temi contenuti in queste mozioni, delle problematiche e delle urgenze poste in discussione da diversi colleghi, anche dalla collega Binetti, urgenze e problematiche che condividiamo. Poi, la collega Binetti ed io divergiamo sul concetto di famiglia, che noi Socialisti decliniamo sempre al plurale, perché le forme delle famiglie, secondo noi, sono plurime.   Invece, in quella piazza, da quel palco, non è venuta nessuna proposta per sostenere le famiglie, bensì una serie di proclami e condanne per negare i più elementari diritti alle altre famiglie, ai loro figli e figlie, come se per alcuni ci fossero famiglie di serie »A« e famiglie di serie »B”, figli e figliastri. L'Italia, dove si parla tanto di famiglie e della loro difesa, non solo è tra i pochissimi Paesi europei che ha avuto e continua ad avere grandi difficoltà a riconoscere le famiglie omosessuali e non concede loro pieni diritti, ma è anche tra gli ultimi ad attuare politiche a sostegno delle famiglie in generale, di tutte le famiglie.   Ci siamo preoccupati per il pesante calo demografico emerso dagli ultimi dati Istat, ma ci meraviglieremmo se fosse il contrario, in un Paese in cui mancano gli asili nido, in cui spostarsi per portare figli e i figli a scuola diventa un viaggio inconciliabile con gli orari di lavoro, in cui le madri lavoratrici hanno pochissime possibilità di far carriera o sono costrette a ritornare a casa; un Paese dove c’è instabilità lavorativa ed economica, per fortuna in cambiamento, e dove le giovani e i giovani vivono ancora con i genitori per l'impossibilità di permettersi una casa propria.   Alcuni emendamenti presentati in maniera bipartisan dalle deputate alla legge di stabilità hanno portato a qualche beneficio: penso al bonus babysitter, esteso alle lavoratrici autonome, e alle disposizioni riguardanti l'aumento del congedo parentale, che però andrebbe ulteriormente aumentato: è poca, pochissima cosa, se guardiamo al resto d'Europa.   La componente Socialista, nell'esprimere il voto favorevole alle mozioni Sbrollini ed altri, Nicchi ed altri, anche nella parte delle premesse che condivide per buona parte, Palese e Pisicchio, Vezzali ed altri, Bechis ed altri, si augura che gli impegni del Governo non restino solo parole, che vengano rispettati questi impegni, e che si trovino ulteriori risorse per fare ulteriori passi avanti, ad esempio sull'aumento del congedo di paternità.

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