mercoledì 16 dicembre 2015

Diritti umani, la Francia non vi rinunci in nome della paura

“La lotta all’Isis e la paura che ne deriva non deve però farci venir meno al rispetto dei diritti umani. La Francia è il Paese UE più colpito e noi dobbiamo avere una sorta di rispetto per il loro dolore e anche per le loro proposte, ma dobbiamo farlo senza perdere di vista alcuni principi.
A noi pare inaccettabile che la Francia uno dei Paesi fondatori dell’Europa dichiari che per i prossimi tre mesi non rispetterà la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”. Lo ha detto Pia Locatelli intervenendo al dibattito in seguito alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, in vista del Consiglio europeo di giovedì.
“Una strada per combattere Daesh – ha detto - è senza dubbio quella di bloccare le loro fonti di finanziamento, un’altra è quella di dare vita ad un sistema di intelligence europeo comune, la cui mancanza è una delle cause della presenza di esponenti radicali, criminali nei  paesi della UE. Pochi giorni fa nei Colloqui del Mediterraneo, convegno organizzato da Farnesina e Ispi, è stato detto che che le informazioni in possesso dell’intelligence italiana sono di provenienza USA per l’80%, il 4% da Israele,12% dalla Francia, 2% dal Regno Unito. Oltre i quattro quinti delle informazioni non ci vengono dalla UE. Questo è assurdo. Il primo lavoro da fare è quello di creare un ambiente che ci metta in condizione di fidarci fra di noi europei”.



il mio intervento in aula



Grazie, signora Presidente. Signor Presidente del Consiglio, l'agenda del prossimo Consiglio europeo mette, giustamente, al primo posto la lotta al terrorismo. Siamo tutti d'accordo sul fatto che dobbiamo combattere Daesh, annientarlo, come ha detto ieri il Presidente degli Stati Uniti, lo siamo meno, purtroppo, sugli strumenti da adottare. Una strada è senza dubbio quella di bloccare le fonti di finanziamento, un'altra importantissima è quella di dare vita a un sistema di intelligence europeo comune, la sua mancanza, anche solo il mancato coordinamento tra Paesi UE, è una delle cause della presenza di esponenti radicali criminali nei nostri Paesi. Pochi giorni fa, nei Dialoghi del Mediterraneo, organizzati da Farnesina e ISPI, è stato detto che le informazioni in possesso dell’intelligence italiana sono di provenienza USA per l'80 per cento, per il 4 per cento da Israele, 12 per cento dalla Francia e 2 dal Regno Unito; oltre i quattro quinti delle informazioni non ci vengono dall'UE ed è assurdo. Il primo lavoro da fare è quello di creare un ambiente che ci metta in condizioni di fidarci fra noi europei e, quindi, di scambiarci le informazioni, 
  La lotta all'ISIS e la paura non devono però farci venir meno al rispetto dei principi fondamentali. La Francia è il Paese UE più colpito e noi dobbiamo avere una sorta di rispetto maggiori per il loro dolore e anche per le loro proposte, ma dobbiamo farlo senza perdere di vista alcuni pilastri della nostra civiltà. A noi pare inaccettabile che la Francia, Paese fondatore dell'Europa, dichiari, comunicandolo alla Corte di Strasburgo, la CEDU, che per i prossimi 3 mesi
non rispetterà la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. 
  Le chiedo, quindi, signor Presidente, di svolgere tutte le azioni possibili durante il Consiglio europeo, perché la Francia riveda questa posizione.

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